Con l’uso delle mascherine chirurgiche, durante la pandemia, più o meno tutti ci siamo resi conto di quanto sia più complicato comprendere un dialogo, soprattutto in mezzo al rumore, senza vedere la bocca del nostro interlocutore. A discapito di quanto si possa pensare in prima battuta, questa difficoltà non dipende esclusivamente dalla mancata lettura labiale o dall’alterazione della voce provocata dalla mascherina.
L’attività uditiva, infatti, viene attivata anche dalla vista. Se pensiamo ad uno spettacolo di burattini o di ventriloqui, infatti, la voce ci sembra provenire dai pupazzi anche se sappiamo bene che non è così. Una possibile spiegazione di questo fenomeno si trova in una recente ricerca del dipartimento di neuroscienze della Duke University in North Carolina, che ha evidenziato quanto questi due sensi siano interconnessi.
Un gruppo di scimmie è stato posto in una stanza buia, nella quale veniva poi presentati stimoli visivi e stimoli sonori. Monitorando l’area cerebrale del collicolo inferiore si è evidenziato come l’attività nervosa uditiva si attivava anche in presenza di soli stimoli visivi. Il collicolo inferiore, che fa parte della cosiddetta “via acustica” ha infatti lo scopo di integrare le informazioni legate alla localizzazione della sorgente sonora, per cui è possibile che “attinga” anche ad informazioni visive.