Un recente studio del 2017 svolto in collaborazione tra scienziati dell’Università di Pisa e loro dell’Università di Sydney ha rilevato che la percezione dei suoni non è continua, ma è intervallata da “vuoti”, con un ritmo preciso. Una simile intermittenza nella percezione è già stata dimostrata in passato per il sistema visivo.
La sensibilità uditiva e i criteri decisionali oscillano a frequenze diverse separatamente per le due orecchie. In pratica il cervello “ascolta” alternativamente le due orecchie, con un ritmo di circa 6 volte al secondo, dando attenzione all’una e all’altra.
Questi cicli sembra che abbiano lo scopo di preservare le risorse mentali e concentrare l’attenzione su ciò che ci interessa maggiormente.
È stato inoltre ipotizzato che questa “asincronia” nella percezione dei suoni che giungono alle due orecchie permette una migliore localizzazione della provenienza dei suoni.
Fonte: Auditory Sensitivity and Decision Criteria Oscillate at Different Frequencies Separately for the Two Ears (Hao Tam Ho, Johahn Leung, David C. Burr, David Alais, Maria Concetta Morrone, novembre 2017)