La maggior parte dei pazienti ipoacusici riferiscono difficoltà di comprensione delle parole nel rumore. Per poter misurare la performance uditiva in queste situazioni è estremamente utile il Matrix Test.
Le modalità di esecuzione sono simili a quelle dall’audiometria vocale in campo libero: il paziente viene fatto sedere un un’apposita sala e dovrà ripetere le frasi o le parole che sente.
Grazie ad una matrice di parole, da cui il nome del test, il sistema crea delle frasi, la cui complessità viene impostata dall’operatore a seconda del paziente (ad es. le frasi per bambini saranno più semplici di quelle per adulti). Oltre alle parole viene somministrato un rumore. Il volume delle parole e quello del rumore possono essere fissi o variabili a seconda dell’intento del test.
Il test standard prevede un rumore fisso ad intensità di 65 dB, mentre lo stimolo varia di volume a seconda della corretta ripetizione da parte del paziente: si abbassa ad ogni risposta corretta e si alza ad ogni errore. In questo esempio, il risultato del test sarà un valore che rappresenta il volume dello stimolo verbale per il quale il paziente riesce a discriminare correttamente almeno metà delle parole.
Una persona normoudente restituisce un valore (media nazionale italiana) di -6,7 dB, che significa che riesce a comprendere un discorso nel rumore anche se la voce dell’interlocutore è più bassa di quasi 7 dB rispetto agli altri suoni circostanti. In presenza di un calo di udito questo valore sale e, spesso, supera lo zero (vedi es. +3.8 dB), vale a dire che è necessario che il volume della voce dell’interlocutore superi quello del rumore. Nell’esempio qui riportato il paziente, rispetto ad una persona normoudente, necessita di ben 10,5 dB in più per comprendere un dialogo nel rumore.
L’obiettivo di questo test è dunque valutare la comprensione verbale, simulando le condizioni di ascolto in cui ci si può trovare nella vita quotidiana. Per questo motivo viene preferito all’audiometria vocale in competizione che, seppur utile, non è altrettanto efficace nel rappresentare situazioni paragonabili a quelle reali. Il test risulta particolarmente utile in campo audioprotesico per misurare il miglioramento della comprensione del parlato nel rumore derivante dall’utilizzo degli apparecchi acustici.